
Polovers con ANCR Associazione Nazionale Combattenti e Reduci Federazione Provinciale di Macerata sono liete di presentare un evento per la Città di Recanati, nato dalla collaborazione con le curatrici di “Frammenti di Storia” e Istituto del Nastro Azzurro Sezione di recanati. Promosso da Assessorato alla Cultura del Comune di Recanati, ANA Sezione Marche Gruppo Alpini Recanati-Castelfidardo, Associazione Nazionale Bersaglieri grazie alla Presidenza della Regione Marche e della Sezione di Macerata, Istituto del Nastro Azzurro Federazione Regionale Marche e Provinciale di Macerata. Si ringraziano per il loro determinante contributo: Consiglio della Regione Marche, Ambasciata della Repubblica di Polonia in Italia – Ufficio Consolare, Consolato Onorario di Polonia in Ancona per le Marche, IPN Istituto della Memoria Nazionale Polacco, Associazione Generale dei Polacchi in Italia, Associazione Italo-polacca Nuova delle Marche, Scuola di Lingua e Cultura Polacca ANDERS.
“Storie nella Storia – Recanati è libera!”
“Storie nella Storia” è un invito ad ascoltare le voci di chi ha vissuto il Novecento non nei grandi palazzi della politica, ma tra le case, le campagne, i campi di battaglia, le scuole, i silenzi familiari. Sono testimonianze personali, tratte dall’opera Frammenti di Storia, che insieme compongono una visione d’insieme più vera e più umana della storia: quella che nasce dal basso, che attraversa le generazioni, che conserva la sofferenza ma non rinuncia alla speranza.
Raccontare queste storie significa liberarle dall’oblio, restituire loro cittadinanza nella coscienza collettiva. E significa, oggi più che mai, affermare che Recanati è ancora libera:
libera di scegliere e ricordare,
libera dall’ignoranza e dalla semplificazione,
libera di affermare la propria vocazione alla bellezza, all’arte, alla pace.
In una città che ha dato i natali a Giacomo Leopardi e Beniamino Gigli, fare memoria non è un atto formale, ma un’espressione profonda della propria identità. Significa dire con forza che la cultura non divide, ma unisce. Che la conoscenza è un ponte. Che la bellezza – sia essa una poesia, una foto artistica o un brano di Chopin – può ancora oggi insegnarci il rispetto, la libertà, la convivenza.
Nel celebrare la liberazione di Recanati del 1° luglio 1944, non ricordiamo solo l’ingresso dei soldati polacchi del II Corpo d’Armata o il ritorno delle istituzioni democratiche: ricordiamo che una comunità è davvero libera quando sceglie di non dimenticare, e quando fa della memoria un atto d’amore verso il futuro.
La Liberazione di Recanati – 1° luglio 1944
Dopo lo sfondamento della linea Gustav e la conquista di Roma (4 giugno 1944), il II Corpo d’Armata Polacco, agli ordini del Generale Władysław Anders, ricevette l’incarico di guidare l’offensiva alleata sul fronte adriatico, con obiettivo la presa di Ancona. Il CIL – Corpo Italiano di Liberazione, con la Brigata Nembo, aveva il compito di proteggere i fianchi occidentali del fronte e collaborò con i partigiani nelle zone più interne, come a Filottrano che fu teatro di una aspra battaglia.
Recanati, 1° luglio 1944 – Cronologia dei fatti
Ore 5:00 del mattino: i tedeschi in ritirata fanno saltare il “Ponte Nuovo” e un tratto della circonvallazione per rallentare l’avanzata alleata.
Tarda mattinata: entrano in città le truppe del II Corpo d’Armata Polacco, provenienti da Porta Romana e Monte Morello. Si tratta di forze corazzate (carri Sherman, mezzi Bren Carrier, autoblindo Wait) accolte da una folla in festa, tra commozione e applausi.
Presso il Duomo e il Palazzo Comunale, si svolgono le prime interazioni con la popolazione. Il Generale Anders in persona si reca al Comune il giorno successivo, per incontrare le autorità locali e sincerarsi delle necessità della cittadinanza.
Nonostante alcuni riferimenti celebrativi posteriori, le fonti dirette indicano che i partigiani recanatesi arrivarono solo in un secondo momento, “sette o otto uomini con moschetto MAB e fascia tricolore, forse in ritardo”. Il loro contributo, seppur simbolico, fu più rappresentativo che operativo, almeno per quanto riguarda il giorno della liberazione. Fu comunque importante per l’immediata ricostituzione degli organi civili e il mantenimento dell’ordine pubblico.
La città fu liberata senza combattimenti significativi. Le ultime azioni belliche riguardarono mitragliamenti aerei nelle notti precedenti, tra cui l’attacco alla zona di San Leopardo.
Venne immediatamente nominato un nuovo sindaco: Angelo Sorgoni, socialista perseguitato dal regime fascista, con una giunta di transizione. Alcuni cittadini furono lodati per aver salvato e nascosto mezzi tedeschi per riconvertirli all’uso civile.
La comunità ebraica di Recanati, scampata alla deportazione, celebrò con entusiasmo l’arrivo dei liberatori.
Simboli e aneddoti
Il busto di Mussolini fu gettato dal Palazzo Comunale.
Una bandiera rossa con falce e martello fu rimossa dai polacchi: gesto eloquente dell’impostazione culturale e non ideologica della liberazione polacca.
Il Vescovo Cossio, inizialmente insultato dalla folla, ricevette le scuse ufficiali del Gen. Anders il giorno seguente.